Non c’è che dire, il territorio del Val Dolo e Dragone conserva un passato misterioso e affascinante, che ha lasciato delle testimonianze dei nomi stessi dei paesini che lo compongono.
Già diversi documenti del 1600 citano ripetutamente i fenomeni straordinari e misteriosi che avvenivano in Val Dragone; ma fu nel 1700 che un chimico di una certa importanza, Antonio Righi,descriveva in una “Storia di viaggi e scoperte nelle montagne del modenese” i Fuochi Perenni che ardevano nei territori attraversati dal medio corso del Dragone: “sortiva dalla terra fra quei sassi in una linea di lunghezza di incirca di due pertiche ascendendo all’altezza di un lungo braccio sopra terra, una fiamma atta a riscaldare qualunque cosa le si presentasse e i sassi ove sortiva questa fiamma si vedevano abbruciati come pietre levate da una fornace….”
Lo studioso aveva osservato nel suolo delle “Bocche” dalle quali fuoriusciva una fiamma che costituiva per gli abitanti di tutta la vallata e per i passeggeri un fenomeno straordinario ed inspiegabile. Il “miracolo” avveniva ed era visibile di frequente nei territori di Sassatella, Boccassuolo e Barigazzo: erano semplicemente della emanazioni dal terreno di gas metano che,a contatto con l’ossigeno, si infiammavano facilmente, ma che a quel tempo venivano considerate ancora inspiegabili e, in qualche caso manifestazioni quasi diaboliche. Questi fuochi straordinari furono motivo di esperimenti e studi: si cercò di imprigionare il fuoco convogliandolo in una piccola costruzione a forma di piramide alta circa quattro metri che costituiva come un faro per i viandanti ed illuminava lunghi tratti di strada nella località di Sassatella. Soltanto verso il 1950 una ditta, la Siam, creò un metanodotto che da Sassatella e Boccassuolo convogliava il gas a Barigazzo dove era stato costruito un “gasometro”capace di purificarlo e portarlo alla giusta pressione per essere utilizzato in bombole o condotto alle varie abitazioni dei paesi vicini per uso domestico. Oggi quelle bocche misteriose che addirittura hanno dato il nome al paese di Boccassuolo, sono state imprigionate in anonimi tubi di metallo e purtroppo non è più possibile ammirare lo splendido spettacolo di fuochi sotterranei e misteriosi che illuminavano le splendide notti della nostra vallata.