Natura
Il Fiume Dragone

Il nome terrificante di “Dragone” fu attribuito al torrente che attraversa l’omonima valle perché spesso diventava talmente impetuoso ed imprevedibile tale da essere considerato quasi un mostro della mitologia, capace di distruggere e provocare persino la morte.

In effetti quel piccolo ruscello dalle acque limpide e cristalline che nasceva nella tenebrosa “Selva Romanesca” (un bosco ricoperto da giganteschi faggi tale da essere quasi impenetrabile), si trasformava a volte in un torrente estremamente impetuoso capace di scavare sempre più profondamente il suo alveo e trasportare enormi quantità di detriti. I registri dei nati e dei morti delle nostre parrocchie citano parecchi decessi dovuti ad annegamento nel fiume Dragone, in certi periodi di piena era veramente pericoloso attraversarlo. Ogni anno poi venivano inghiottite le numerose passerelle che i valligiani costruivano posando grossi tronchi d’albero su piloni in muratura. Anche le numerose frane che nel corso dei secoli hanno distrutto periodicamente quasi tutti i paesi della vallata, si devono in gran parte all’abbassamento dell’alveo che privava le sponde laterali del “piede” di appoggio naturale; a volte gli smottamenti creavano dei laghi anche molto vasti (uno di questi si trova nella piccola frazione denominata appunto “Lago”); quando il fiume riusciva a trovare uno sbocco a valle, provocava terribili esondazioni che distruggevano i numerosi mulini costruiti lungo il corso o invadevano case e campi coltivati nelle parti più basse della vallata. Fino a pochi anni fa i tronchi trasportati dalla corrente costituivano una risorsa importante per le borgate vicine queste infatti si approvvigionavano della legna da ardere; anche le pietre che rotolavano a valle, spezzate da abili scalpellini,venivano trasportate con animali fuori dall’alveo ed utilizzate per la costruzione di case ed altri manufatti. Le acque limpide erano ricche di pesci e, soprattutto nelle “pozze” più profonde la pesca costituiva non solo un passatempo,ma anche una integrazione della misera dieta dei valligiani. Se oggi si percorre il suo alveo è possibile trovare dei piccoli angoli estremamente suggestivi, qualche luogo dove guizzano le trote o i ruderi interessanti di qualche mulino ad acqua.

In estate il greto del fiume diventa una vera spiaggia di ciottoli dove prendere il sole e rinfrescarsi i piedi in qualche pozza naturale è un vero sollievo. Sono molte le famiglie che scelgono di trascorrere una giornata di sole nel Dragone per un picnic, una siesta, o per una piccola battuta di pesca. Ci si rilassa volentieri tra le “spire di un drago d’acqua” che più che essere temuto, oggi stupisce.