Il “Santuario di Pietravolta” è un luogo unico che conserva tutta la bellezza della stazione votiva appenninica.
L’edificio sacro, inizialmente eretto come semplice maestà votiva, è stato edificato a più di 1000 metri di altitudine, in località Pietravolta, all’interno del comune di Frassinoro.

Un luogo di culto che possiamo definire di frontiera: eretto sul ciglio dell’antica strada ”Imperiale” o “Bibulca”, ricordata più volte da diplomi imperiali del 900 e del 1000, ai bordi di una strada che attraversava la “Selva Romanesca” nominata da Tito Livio, in quello che allora era un ideale confine tra la Lucchesia e il Reggiano.

Intorno ai secoli XII° e XIII° la Badia di Frassinoro ebbe numerosi contatti con alcune abbazie di Francia che facevano capo alla più famosa abbazia di Cluny da cui per qualche tempo fu dipendente. Nei vari pellegrinaggi, visite e scambi tra le due abbazie, pare che un monaco, insieme ad altri, nell’andata a Frassinoro (o nel ritorno) venisse sorpreso da una paurosa tormenta di neve che, nella sella scoperta dal bosco, a 1160 metri fra le due Valli del Dolo e del Dragone (dove ora sorge il Santuario) si era fatta più insidiosa tanto da mettere in pericolo la vita dei viaggiatori. I monaci decisero di pregare e di invocare la Madonna venerata nella loro abbazia come la pierre qui vire e solo allora riuscirono a raggiungere qualche casolare e a uscire dalla pericolosa tormenta. Grati per questi insperato aiuto, i monaci raccontarono l’avvenimento e decisero di collocare un’immagine della Beata Vergine della pierre qui vire, in italiano della “pietra che volta”, da cui “Pietravolta”.

Da allora quel dipinto è ritenuto miracoloso e la Madonna di Pietravolta divenne una meta di pellegrinaggio e di adorazione da parte di devoti che arrivavano da molte parti d’Italia.

Oggi l’edificio ospita una Casa di Preghiera gestita dall’ordine delle Carmelitane Minori della Carità ed è un’oasi di pace e silenzio posta tra i monti dell’Appennino. Un luogo dal fascino austero e allo stesso tempo misterioso che merita senz’altro di essere ammirato, magari in una giornata di primavera o d’autunno, quando la vegetazione circostante acquista dei colori incantati che rendono questo piccolo santuario ancora più bello.