L’albero di castagno per secoli è stato fonte di sostentamento per le comunità delle nostre valli e la castagna era un alimento essenziale per la dieta di intere famiglie.
Oggi la raccolta delle castagne è sicuramente meno ricca di un tempo, sia per la crescita di alberi misti all’interno di boschi di castagneto, sia per la presenza negli ultimi anni di parassiti e della vespa cinese che hanno ridotto molte piante a un cattivo stato di salute.

Per fortuna, però, la castagna sta progressivamente riacquistando un ruolo determinante come materia prima nella cultura culinaria del territorio, per la realizzazione di piatti della tradizione come per l’arricchimento di pietanze della cucina contemporanea.

Qualità di castagne

Le qualità di castagne presenti nel nostro territorio sono varie e peculiari.
Le più comuni sono la “marzolina“, l'”unghiella“, la “nostrana“, la “tosca” e la “pastonesa“.  Oltre a queste tipologie piuttosto comuni, emerge il re della castagna, il “marrone“, più grande e più saporito rispetto alle altre varietà.

Ognuna di queste varietà si distingue sia per le proprietà specifiche sia per le finalità di consumo.
Per esempio la “pastonesa” e l'”unghiella” sono ottime per essere consumate e cotte in vari modi, mentre la “marzolina” viene esclusivamente lavorata ed essiccata per la produzione di farina di castagne.

I “Frittellozzi di castagne”

Tra le tante leccornie che si possono preparare utilizzando la farina di castagne, una delle più appetitose è certamente il “Frittellozzo“. La farina di castagne viene lavorata per ottenere dei dischetti bombati di circa 7/8 centimetri di diametro che vengono fritti con cura. Il risultato finale sono delle fragranti frittelle, servite ancora calde e con una farcitura di ricotta fresca di mucca. Una vera prelibatezza che si è tramandata fino ai giorni nostri.