Il Muro dei Matti

Tra le attrazioni sportive più importanti del Comune di Palagano, il Muro dei Matti merita una menzione speciale.
Una salita che parte dal centro del paese e che si inerpica verso la borgata di Santo Stefano fino a raggiungere l’imbocco del terribile tratto denominato, appunto, “Muro dei Matti”, che svalica nel borgo di Montemolino.

Per gli appassionati di ciclismo un muro è una salita particolarmente impegnativa che mette a dura prova anche la resistenza del cicloamatore più allenato. Il Muro dei Matti, oltre a essere l’unico muro presente in Emilia, è diventato immediatamente un luogo di culto per gli amanti del ciclismo, soprattutto dopo il passaggio del Giro d’Italia 2020. La difficoltà del tratto di salita, unita alla goliardia messa in campo dagli abitanti del paese hanno reso questo passaggio uno dei momenti più intensi di quell’edizione della Corsa Rosa.

Ogni weekend decine di cicloamatori si cimentano in questa ascesa infernale, che ha ricevuto un battesimo ufficiale da una delle voci più amate dal ciclismo italiano, Riccardo Magrini, che a Palagano e nella Valle del Dragone è ormai di casa.



Memorial Santa Giulia

Il Memorial Santa Giulia è inserito nella cornice del “Parco della Resistenza Monte Santa Giulia”, realizzato negli anni ‘70 per ricordare i fatti salienti della Resistenza modenese.
A memoria delle vittime colpite dalle rappresaglie perpetrate nel territorio del comune di Palagano e in particolare nelle frazioni di Monchio, Costrignano, Susano e Savoniero, fu bandito un concorso mondiale di scultura con cui furono scelti sette artisti italiani e sette stranieri, provenienti dall’Argentina, da Haiti, dalla Polonia, dalla Romania e dal Giappone.
Attraverso le loro opere gli artisti vincitori sono riusciti a rappresentare attraverso linguaggi differenti gli stessi ideali di libertà e di solidarietà che sorressero uomini in arme e civili al tempo della lotta partigiana; gli autori operarono per segni, simboli, similitudini e metafore, realizzando il gruppo scultoreo su una disposizione circolare, a simboleggiare l’unione, la forza e la perfezione.

Questo complesso, una vera e propria installazione permanente unica al mondo nel suo genere, è riconosciuto fra le opere di maggior valore artistico realizzate in Emilia Romagna nel XX Secolo.

Oggi il memoriale rende il Parco della Resistenza di Santa Giulia un luogo ancora più magico; i concerti che ogni anno vengono organizzati in quest’area acquistano un’atmosfera ancora più incantata e onirica grazie a al complesso di sculture, immobili guardiani di pietra che  amplificano il fascino degli spettacoli.



Formaggi e prodotti caseari

Il latte e la produzione casearia sono senza dubbio alcune delle eccellenze più importanti del nostro territorio.
Grazie alla presenza di verdi pascoli in cui capi bovini, ovini e caprini possono foraggiarsi in maniera naturale e grazie ai contadini che da decenni portano avanti la tradizione dell’allevamento e della mungitura, la materia prima prodotta, il latte, è ricchissimo di proprietà nutritive e di sapore.

Il latte viene raccolto e lavorato nei caseifici presenti nei comuni di Frassinoro, Montefiorino e Palagano. I prodotti realizzati all’interno di questi pochi ma eccezionali laboratori sono di qualità assoluta. Troviamo quindi burro, ricotte, formaggi a pasta dura e formaggi morbidi che è possibile acquistare e gustare presso i punti vendita di Casola e di Savoniero.

Parmigiano Reggiano di Montagna

E poi c’è lui, sua maestà il Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti più richiesti e apprezzati al mondo.
Nel nostro territorio assume un profumo e un gusto unici, dettati dall’unione di tanti ingredienti eccellenti: il latte, la passione dei piccoli produttori, le stagionature differenti sono capaci di rendere ancora più prezioso un vero e proprio capolavoro chiamato Parmigiano Reggiano.

Allevamenti di Capre e Pecore… sempre bio

Nel nostro territorio sono presenti diversi allevamenti misti che vedono la presenza contemporanea di vacche, capre e pecore: solo così è possibile realizzare dei prodotti caseari sempre più diversificati e perfetti per ogni palato. A Boccassuolo, per esempio, sorge La Lissandra, un’azienda che produce diversi tipi di formaggi, di mucca e di pecora.

In alcuni casi però, la presenza di una particolare conformazione del territorio ha portato alla nascita di allevamenti esclusivi. Il caso delle Capre della Selva Romanesca è emblematico. Circondata da ampi prati e boschi, la stalla si estende su una superficie di c.a. 700 mq ed è composta da più aree che possono ospitare circa 220 capre adulte ed una nursery per 50 caprette giovani, tutte di razza “Camosciata delle Alpi”, particolarmente apprezzata per le proprietà nutritive e per il gusto del latte.



Lo Zafferano

Tutta la catena appenninica, dalla Liguria fino all’appennino siculo, ospita la maggior parte dei produttori di zafferano italiano.
Anche nel nostro territorio sono presenti diverse coltivazioni di Crocus Sativus, conosciuto comunemente come zafferano, una spezia dal gusto intenso ed avvolgente che in cucina si sposa con tantissimi piatti impreziosendone le caratteristiche.

L’oro rosso però non è importante solo in cucina, ma è anche un prodotto curativo, sfruttato in vari ambiti per le sue tante proprietà naturali.

La coltivazione dello zafferano richiede una cura straordinaria. La piantumazione dei bulbi avviene in file distanti tra loro almeno 50 centimetri, mentre il periodo di raccolta ha luogo nei mesi di ottobre e novembre. Le operazioni di raccolta sono tra le più delicate perché i fiori si schiudono solo per pochi giorni e la selezione degli stimmi (i piccoli filamenti del fiore che rappresentano la spezie, ndr) deve avvenire già al primo giorno di fioritura.

Nel nostro territorio diverse aziende agricole producono questa spezia e a Montefiorino, tra la fine di giugno e i primi di luglio, si celebra la tradizionale “Festa dello Zafferano”, durante la quale i ristoratori del territorio propongono piatti che hanno per protagonista “l’oro rosso della val Dragone”.



La Buca di Susano

Nei pressi del paese di Susano (Palagano), in località La Buca si trovava l’abitazione della famiglia Marastoni. Durante il rastrellamento che precedette la strage del 18 marzo 1944 la casa venne data alle fiamme e vennero assassinate sei persone: Delia Albicini in Marastoni e i suoi figlioletti di otto e dieci anni, un orfanello di circa tre anni e due anziani coniugi.

La casa è diventata un simbolo della barbarie compiuta dalle truppe naziste nel nostro territorio. Per questo motivo, grazie a uno sforzo congiunto fra il Governo Italiano e quello Tedesco, è stato scelto di realizzare in questo luogo un memoriale di pace.

Si è quindi scelto di preservare i resti dell’abitazione e il ciliegio cresciuto al suo interno, come testimonianza tangibile della forza della vita, capace di sconfigge anche l’atto di morte più crudele. Il memoriale integra anche una installazione chiamata Le Luci nel Vento, 136 luci montate su aste di carbonio flessibili a ricordo delle vittime della strage di Monchio, Costrignano, Susano e Savoniero.

La piazza adiacente all’abitazione è stata dedicata ad Aude Pacchioni che, dopo aver preso parte attivamente alla Resistenzaè stata prima consigliera comunale e poi assessora, presidente dell’UDI e presidente provinciale dell’ANPI.



Le Case Torri: un patrimonio diffuso

Nella valle del Dragone sorsero in epoca medioevale numerose case-torri: si tratta di costruzioni destinate contemporaneamente ad essere abitazioni rurali, fortificazioni e torri di vedetta. La particolare conformazione di questi edifici è da ricondurre alla loro funzione di sorveglianza e difesa dei raccolti. Si tratta infatti di abitazioni alte in media tre o quattro piani, realizzate con pietre squadrate e con muri molto spessi, larghi quasi un metro. Si accedeva ai piani superiori mediante scale in legno e quella posta al primo piano poteva abitualmente essere ritirata nottetempo per impedire l’accesso ai piani superiori. Delle piccole finestrelle delimitate da “regge”, pietre debitamente squadrate, permettevano l’illuminazione (seppur scarsa) degli ambienti e una copertura di lastre di ardesia dette “piagne”, a quattro spioventi, dava loro un senso di solidità e sicurezza.

Le Case Torri di Vitriola

Numerose costruzioni di questo tipo sorsero a Vitriola e alcune di queste sono ancora ben visibili anche se le ingiurie del tempo le hanno ridotte in uno stato precario. Sono particolarmente suggestive la Torre dei Mucci, detta anche “Torre dei Vignaioli”, posta come vedetta al ponte che attraversa il fiume Dragone e la Torre di Ca’ Baroni, una costruzione robusta ed elegante per gli architravi e gli stipiti finemente elaborati. Quest’ultima ha subito di recente un importante intervento di restauro ed è oggi una delle meglio conservate. La Casa-Torre del Pignone è abbellita da un portone duecentesco e da pietre angolari di notevoli dimensioni che le donano un senso di raffinatezza e solidità. Le altre sono ora quasi completamente diroccate o inglobate in edifici più recenti: ricordiamo quelle di Dardagna, di Casa Bellucci, di Ca’ de Bongi e di Ca’ de Borlenghi.


Fontanaluccia

Immersa nella quiete dei boschi di castagno che lo circondano sorge il piccolo paesino di Fontanaluccia. Questo piccolo borgo è particolarmente suggestivo nel periodo autunnale-invernale, durante il quale le poche case e la chiesa con la torre campanaria creano una cartolina da presepe.

Una diga

Fontanaluccia è famoso per la sua maestosa diga, costruita negli anni ’20, e che ancora oggi rappresenta uno dei massimi esempi di ingegneria e architettura idraulica di tutto l’Appennino. Furono impiegati 2000 operai per creare questa grande costruzione di cemento armato e arenaria, dotata inoltre di una lunga canalizzazione sotterranea, scavata nella roccia. Quest’opera e il lago artificiale adiacente meritano sicuramente una sosta per poterli ammirare al meglio.

Un eroico ospedale

L’Ospedale partigiano di Fontanaluccia viene istituito nel 1944 quando il contesto della zona libera permette ai medici di organizzare con più efficacia l’assistenza ai feriti di guerra. Le aule della scuole della piccola frazione di Fontanaluccia furono riconvertite in un vero e proprio ospedale da campo, grazie all’intervento del parroco Don Prandi e di un manipolo di medici volontari. Dopo il rastrellamento tedesco dell’agosto del 1944 l’ospedale partigiano fu smantellato, e i ricoverati furono costretti a rifugiarsi nei boschi adiacenti prima di trovare un altro rifugio, sempre a Fontanaluccia, in località Le Pardelle. Una storia avvincente e incredibile, che merita di essere conosciuta.

Un cinema

Dimenticate multisala o schermi in 4K. Il cinema Lux di Fontanaluccia è piccolo e un po’ datato, ma per gli abitanti e per i veri cinefili è un piccolo gioiello, capace di unire una programmazione varia a un impianto sonoro molto valido. Provare l’esperienza di andare al cinema in un piccolo borgo di montagna, mentre fuori regna il silenzio è davvero un piccolo miracolo. Che ancora oggi vive.



Memoriale di Rolando Rivi

Uno dei luoghi della memoria più celebri presenti all’interno del comune di Palagano è il memoriale dedicato al martirio di Rolando Rivi, un giovane seminarista di soli 14 anni che venne assassinato il 13 aprile 1945.

Sulla strada provinciale è possibile osservare una grande croce e un’immagine del giovane Rivi posti a segnalare l’inizio del breve sentiero che conduce al bosco in cui perse la vita.
Proprio nel punto del martirio è stata posta una stele che ricorda il giovane seminarista.

Dopo una serie di guarigioni riconosciute come miracolose dalla Chiesa Cattolica, e dopo l’approvazione del martirio “in odium fidei”, Il 5 ottobre 2013 si è celebrata la cerimonia di beatificazione di Rolando Rivi davanti a migliaia di persone riunite a Modena.



Boccassuolo

Boccassuolo è un piccolo paese che mantiene delle caratteristiche uniche rispetto a molti altri borghi.
Innanzitutto Boccassuolo è celebre per il suo singolare Campanile, posto su uno sperone roccioso e probabilmente sulle fondamenta dell’antica torre feudale costruita dall’Abate di Frassinoro nel XIII sec.
Al di là degli aspetti storici e naturalistici il Campanile di Boccassuolo è davvero un simbolo per gli abitanti del borgo, importante come la Torre Eiffel a Parigi o il Colosseo a Roma.

Le miniere di Boccassuolo

Ubicate in due siti principali, si trovano nell’ofiolite di Boccassuolo, comune di Palagano. Si tratta dell’affioramento ofiolitico più imponente dell’Appennino modenese, principalmente sviluppato sul versante destro del torrente con affioramenti più ridotti sul versante opposto, al poggio di Medola e al monte Calvario.

Queste rocce sono di tipo basaltico ed hanno avuto origine in antiche eruzioni sottomarine; il successivo metamorfismo che le ha interessate ha poi portato alla formazione di diversi minerali. L’area maggiormente interessata dall’attività estrattiva è all’interno del triangolo delimitato dalla vetta del Poggio Bianco Dragone, dall’alveo del torrente e dal fosso delle Carpinete. Qui si trovano otto delle dodici miniere totali della valle; le altre quattro, di dimensioni più ridotte si trovano più a monte sul versante nord del cinghio del Corvo. La lunghezza di queste miniere è estremamente variabile: si passa da pochi metri di alcuni saggi di scavo, agli oltre settecento della più estesa. I rilievi, le misurazioni e le minuziose esplorazioni delle gallerie sono state effettuate, a partire dal 1994 dagli speleologi dell’OSM Sottosopra di Modena. La maggiore parte delle gallerie si trova in luoghi difficilmente raggiungibili, parte dei cunicoli sono allagati ed in alcuni punti la roccia è franata.

Il Boccassuolo Village e le attività sportive

Come accade in altri paesi del nostro territorio gli abitanti di Boccassuolo sono in prima linea, soprattutto d’estate, per allestire un vero e proprio villaggio vacanze per chi si reca in visita nel borgo o per chi vuole mandare i propri figli a respirare un po’ di aria buona, praticando attività sportive. Per rispondere a questa esigenza turistica è nato il “Boccassuolo Village”, un centro che offre attività per diverse settimane e che richiama molti ragazzi da tutta la provincia di Modena e Reggio Emilia.



Il Borgo di Lama di Monchio

Lama di Monchio è un piccolo borgo all’interno del territorio di Palagano.
Un manipolo di case che nascondono una comunità davvero attiva e piena di iniziativa.

Non è un caso che proprio da Lama di Monchio siano partite alcune iniziative davvero speciali come “Il Palio degli Spaventapasseri” e “La Mostra dei Presepi di Lama di Monchio”.

Il borgo di Lama di Monchio si presenta oggi come una piccola gemma che offre diversi scorci da ammirare. Percorrete il selciato storico in salita per scoprire il “Santuario di Santa Lucia”, godetevi il panorama dal belvedere che costeggia la strada comunale, entrate nella piccola bottega di abiti usati e vintage, dimenticate lo stress cittadino trascorrendo qualche ora o una notte nella locanda del paese che offre anche servizio di pernottamento. Lama di Monchio è un piccolo gioiello che merita di essere scoperto e amato.