Memorial Santa Giulia

Il Memorial Santa Giulia è inserito nella cornice del “Parco della Resistenza Monte Santa Giulia”, realizzato negli anni ‘70 per ricordare i fatti salienti della Resistenza modenese.
A memoria delle vittime colpite dalle rappresaglie perpetrate nel territorio del comune di Palagano e in particolare nelle frazioni di Monchio, Costrignano, Susano e Savoniero, fu bandito un concorso mondiale di scultura con cui furono scelti sette artisti italiani e sette stranieri, provenienti dall’Argentina, da Haiti, dalla Polonia, dalla Romania e dal Giappone.
Attraverso le loro opere gli artisti vincitori sono riusciti a rappresentare attraverso linguaggi differenti gli stessi ideali di libertà e di solidarietà che sorressero uomini in arme e civili al tempo della lotta partigiana; gli autori operarono per segni, simboli, similitudini e metafore, realizzando il gruppo scultoreo su una disposizione circolare, a simboleggiare l’unione, la forza e la perfezione.

Questo complesso, una vera e propria installazione permanente unica al mondo nel suo genere, è riconosciuto fra le opere di maggior valore artistico realizzate in Emilia Romagna nel XX Secolo.

Oggi il memoriale rende il Parco della Resistenza di Santa Giulia un luogo ancora più magico; i concerti che ogni anno vengono organizzati in quest’area acquistano un’atmosfera ancora più incantata e onirica grazie a al complesso di sculture, immobili guardiani di pietra che  amplificano il fascino degli spettacoli.



Lo Zafferano

Tutta la catena appenninica, dalla Liguria fino all’appennino siculo, ospita la maggior parte dei produttori di zafferano italiano.
Anche nel nostro territorio sono presenti diverse coltivazioni di Crocus Sativus, conosciuto comunemente come zafferano, una spezia dal gusto intenso ed avvolgente che in cucina si sposa con tantissimi piatti impreziosendone le caratteristiche.

L’oro rosso però non è importante solo in cucina, ma è anche un prodotto curativo, sfruttato in vari ambiti per le sue tante proprietà naturali.

La coltivazione dello zafferano richiede una cura straordinaria. La piantumazione dei bulbi avviene in file distanti tra loro almeno 50 centimetri, mentre il periodo di raccolta ha luogo nei mesi di ottobre e novembre. Le operazioni di raccolta sono tra le più delicate perché i fiori si schiudono solo per pochi giorni e la selezione degli stimmi (i piccoli filamenti del fiore che rappresentano la spezie, ndr) deve avvenire già al primo giorno di fioritura.

Nel nostro territorio diverse aziende agricole producono questa spezia e a Montefiorino, tra la fine di giugno e i primi di luglio, si celebra la tradizionale “Festa dello Zafferano”, durante la quale i ristoratori del territorio propongono piatti che hanno per protagonista “l’oro rosso della val Dragone”.



Memoriale di Rolando Rivi

Uno dei luoghi della memoria più celebri presenti all’interno del comune di Palagano è il memoriale dedicato al martirio di Rolando Rivi, un giovane seminarista di soli 14 anni che venne assassinato il 13 aprile 1945.

Sulla strada provinciale è possibile osservare una grande croce e un’immagine del giovane Rivi posti a segnalare l’inizio del breve sentiero che conduce al bosco in cui perse la vita.
Proprio nel punto del martirio è stata posta una stele che ricorda il giovane seminarista.

Dopo una serie di guarigioni riconosciute come miracolose dalla Chiesa Cattolica, e dopo l’approvazione del martirio “in odium fidei”, Il 5 ottobre 2013 si è celebrata la cerimonia di beatificazione di Rolando Rivi davanti a migliaia di persone riunite a Modena.



Boccassuolo

Boccassuolo è un piccolo paese che mantiene delle caratteristiche uniche rispetto a molti altri borghi.
Innanzitutto Boccassuolo è celebre per il suo singolare Campanile, posto su uno sperone roccioso e probabilmente sulle fondamenta dell’antica torre feudale costruita dall’Abate di Frassinoro nel XIII sec.
Al di là degli aspetti storici e naturalistici il Campanile di Boccassuolo è davvero un simbolo per gli abitanti del borgo, importante come la Torre Eiffel a Parigi o il Colosseo a Roma.

Le miniere di Boccassuolo

Ubicate in due siti principali, si trovano nell’ofiolite di Boccassuolo, comune di Palagano. Si tratta dell’affioramento ofiolitico più imponente dell’Appennino modenese, principalmente sviluppato sul versante destro del torrente con affioramenti più ridotti sul versante opposto, al poggio di Medola e al monte Calvario.

Queste rocce sono di tipo basaltico ed hanno avuto origine in antiche eruzioni sottomarine; il successivo metamorfismo che le ha interessate ha poi portato alla formazione di diversi minerali. L’area maggiormente interessata dall’attività estrattiva è all’interno del triangolo delimitato dalla vetta del Poggio Bianco Dragone, dall’alveo del torrente e dal fosso delle Carpinete. Qui si trovano otto delle dodici miniere totali della valle; le altre quattro, di dimensioni più ridotte si trovano più a monte sul versante nord del cinghio del Corvo. La lunghezza di queste miniere è estremamente variabile: si passa da pochi metri di alcuni saggi di scavo, agli oltre settecento della più estesa. I rilievi, le misurazioni e le minuziose esplorazioni delle gallerie sono state effettuate, a partire dal 1994 dagli speleologi dell’OSM Sottosopra di Modena. La maggiore parte delle gallerie si trova in luoghi difficilmente raggiungibili, parte dei cunicoli sono allagati ed in alcuni punti la roccia è franata.

Il Boccassuolo Village e le attività sportive

Come accade in altri paesi del nostro territorio gli abitanti di Boccassuolo sono in prima linea, soprattutto d’estate, per allestire un vero e proprio villaggio vacanze per chi si reca in visita nel borgo o per chi vuole mandare i propri figli a respirare un po’ di aria buona, praticando attività sportive. Per rispondere a questa esigenza turistica è nato il “Boccassuolo Village”, un centro che offre attività per diverse settimane e che richiama molti ragazzi da tutta la provincia di Modena e Reggio Emilia.



Il rombo dei motori, sulla riva del fiume

Non c’è un amante dell’off-road, a due o a quattro ruote, che non abbia almeno una volta nella vita sentito parlare della Pista di Fuoristrada del Dragone a Palagano. Molti fortunati hanno poi avuto la fortuna di percorrerla e di superare i suoi guadi, le sue salite scoscesi, i massi sul fiume e il temibile e scivolosissimo “Dente”, una vera parete di roccia liscia che rappresenta uno dei tratti più ostici, ma anche il più sfidante per ogni fuoristradista che si rispetti.

Costituito nel 1982 per lo sviluppo e la conoscenza del fuoristradismo e per incentivare turisticamente il territorio, oggi è una pista che ospita degli eventi molto importanti per il calendario dell’off-road nazionale. La pista raggiunge i 16 km di lunghezza, offrendo panorami molto suggestivi e passaggi spiccatamente tecnici che mettono a dura prova anche il pilota più esperto.

Oggi uno degli eventi di maggior richiamo è rappresentato dall’X-Tribe, un appuntamento non competitivo che riunisce la tribù dei fuoristradisti che gareggiano sulla stessa pista, giorno e notte, col sole e con la neve, indipendentemente da marca, prezzo e preparazione del 4×4, ma solo con la sana voglia di stare assieme e condividere la propria passione in una delle piste più suggestive d’Italia.



Mostra mercato del Tartufo di Montefiorino

Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del tartufo tutelato dal marchio “Tradizione e Sapori di Modena”, una tra le materie prime più pregiate e desiderate dagli amanti della buona cucina.

La “Mostra Mercato del Tartufo”, giunta nel 2022 alla trentesima edizione, si ripete tutti gli anni tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre e permette di acquistare e valutare pepite provenienti dal nostro territorio e dalle aree immediatamente adiacenti.
In queste giornate (l’evento occupa infatti due weekend consecutivi) i ristoranti del territorio offrono la possibilità di gustare piatti che hanno come protagonista proprio il tartufo bianco e nero delle Valli Dolo e Dragone, offrendo un percorso gastronomico di assoluta eccellenza.

La Mostra Mercato del Tartufo è anche molto altro: le vie del paese sono animate da mercatini di artigianato artistico, hobbisti e stand di specialità gastronomiche del territorio, e sono un’occasione per partecipare a momenti culturali e ad esposizioni pittoriche e artistiche.



Il Borgo di Sant'Antonio di Riccovolto

Ci sono luoghi che sembrano dei veri set cinematografici. Uno di questi è senza dubbio il paese fantasma di Sant’Antonio, un piccolo manipolo di case abbandonate che si trovano vicino alla frazione di Riccovolto, nel comune di Frassinoro.
Negli ultimi anni si è visto il proliferare di canali Youtube dedicati alla ricerca e all’esplorazione di luoghi misteriosi e, in qualche modo, sinistri; fra i tanti siti d’interesse, Sant’Antonio è sicuramente uno dei più affascinanti.

Il Borgo è situato a più di 1000 metri d’altezza e fu abbandonato definitivamente nel 1990. Le famiglie di Sant’Antonio vivevano per lo più di pastorizia e di agricoltura di sussistenza. Oggi le case del piccolo borgo sono quasi tutte crollate e l’unico edificio ancora agibile è la chiesetta di Sant’Antonio nella quale, una volta all’anno e sempre nel mese di giugno, viene celebrata la messa. Questa ricorrenza attira molti abitanti dei borghi vicini che ogni anno assistono a questa celebrazione onirica e carica di significati.

Per gli amanti del trekking è una meta quasi obbligata, perché nei pressi del borgo partono dei sentieri che conducono verso Sasso Tignoso, Alpesigola e Passo Cento Croci. Una piccola e spettacolare stazione di transito, che permette anche di rifocillarsi, grazie alla deliziosa fontana potabile e al prato pianeggiante che conserva i resti di questo splendido borgo abbandonato.



La Castagna

L’albero di castagno per secoli è stato fonte di sostentamento per le comunità delle nostre valli e la castagna era un alimento essenziale per la dieta di intere famiglie.
Oggi la raccolta delle castagne è sicuramente meno ricca di un tempo, sia per la crescita di alberi misti all’interno di boschi di castagneto, sia per la presenza negli ultimi anni di parassiti e della vespa cinese che hanno ridotto molte piante a un cattivo stato di salute.

Per fortuna, però, la castagna sta progressivamente riacquistando un ruolo determinante come materia prima nella cultura culinaria del territorio, per la realizzazione di piatti della tradizione come per l’arricchimento di pietanze della cucina contemporanea.

Qualità di castagne

Le qualità di castagne presenti nel nostro territorio sono varie e peculiari.
Le più comuni sono la “marzolina“, l'”unghiella“, la “nostrana“, la “tosca” e la “pastonesa“.  Oltre a queste tipologie piuttosto comuni, emerge il re della castagna, il “marrone“, più grande e più saporito rispetto alle altre varietà.

Ognuna di queste varietà si distingue sia per le proprietà specifiche sia per le finalità di consumo.
Per esempio la “pastonesa” e l'”unghiella” sono ottime per essere consumate e cotte in vari modi, mentre la “marzolina” viene esclusivamente lavorata ed essiccata per la produzione di farina di castagne.

I “Frittellozzi di castagne”

Tra le tante leccornie che si possono preparare utilizzando la farina di castagne, una delle più appetitose è certamente il “Frittellozzo“. La farina di castagne viene lavorata per ottenere dei dischetti bombati di circa 7/8 centimetri di diametro che vengono fritti con cura. Il risultato finale sono delle fragranti frittelle, servite ancora calde e con una farcitura di ricotta fresca di mucca. Una vera prelibatezza che si è tramandata fino ai giorni nostri.